La Città Antica: L'Origine Greca
Sebbene Catania giaccia ai piedi
dell'Etna e nel corso dei secoli sia stata più volte lambita da
colate laviche, le vestigia della città antica continuano ad
emergere dal sottosuolo, dimostrando falsa l'opinione che il vulcano
l'avesse in gran parte cancellata.
I numerosi resti, del passato greco e romano di Catania anzi, se
analizzati sulla base di modelli interpretativi non obsoleti,
consentirebbero di offrire per questo periodo un quadro ampio ed
articolato delle vicende storiche, urbanistiche ed artistiche della
città.
Secondo quanto scrive
Tucidide Catania venne fondata nel 729 a.C. da coloni greci
provenienti da Calcide nell'Eubea : dopo aver dato vita a Naxos nel
734 a.C. costoro, spingendosi verso sud, con la forza delle armi
scacciarono dalle loro sedi i Siculi e crearono le città di Leontini
e di Catania appunto. In piena consonanza con la notizia dello
storico ateniese sono principalmente i risultati di un recentissimo
scavo (condotto dalla locale Sovrintendenza ai beni culturali)
all'interno del Castello Ursino: qui, in un'area che nell'antichità
era più vicina al mare di quanto non lo sia attualmente, sono stati
rinvenuti strutture e materiali greci che risalgono al periodo tra
la fine dell’ VIII e gli inizi del VII secolo, attribuibili cioè
alla fase originaria della colonia di Catania.
Anche sulla sommità della collina dell'acropoli - oggi occupata
dalla piazza Dante e dal grandioso monastero benedettino di San
Nicolò l'Arena - in una serie di campagne di scavo iniziatesi nel
1978, sono stati scoperti strutture e materiali greci di VII secolo,
che messi in relazione con quelli di Castello Ursino, suggeriscono
l'idea che l'insediamento di Catania, al pari di quello di altre
colonie siciliane, avesse occupato fin dagli inizi un ampio spazio
senza procedere però alla sua capillare urbanizzazione. E' da
ricordare ancora che sempre nel corso delle stesse indagini sulla
collina dell'acropoli sono state rinvenute significative tracce di
frequentazione del sito nel periodo preistorico, relative in specie
al neolitico ed all'età del rame.
Per i secoli VII e VI le fonti
letterarie sono avare di notizie su Katane (questo il nome della
città in epoca greca): ci fanno comunque sapere che, nei decenni
iniziali del VI secolo, vi fu attivo Caronda che le avrebbe dato un
corpo di leggi scritte. L'indagine archeologica
invece permette di seguire durante questo periodo la progressiva - e
non pacifica - espansione della colonia calcidese nel suo
retroterra; una stipe votiva di eccezionale interesse (rinvenuta in
città nel 1959 nell'area di piazza S. Francesco, ancora inedita),
attraverso i suoi materiali ceramici di VI secolo provenienti non
solo dalle officine di Atene e Corinto, ma anche di Sparta, Chio e
altri centri greci, lascia poi intravedere una Katane che risulta a
pieno titolo inserita nel mondo ellenico.
Nel 476 a.C. la conquista da
parte del tiranno siracusano Gerone sconvolse la vita della città:
egli ne espulse gli abitanti calcidesi, la ripopolò con un cospicuo
numero di Dori di origine siracusana e peloponnesiaca, la rinominò
Aitna (Etna); nel 461 a.C., comunque, dopo la caduta della tirannide
siracusana, i Calcidesi ritornarono nella loro città ridandole
l'antico nome. Nella seconda metà del v secolo, nel corso della
grande spedizione ateniese in Sicilia (415-13 a.C.), gli abitanti di
Catania si schierarono dalla parte della città attica cercando di
contrastare tra l'altro le mire della vicina Siracusa sul proprio
territorio. Una decina d'anni dopo la sconfitta ateniese, nel 403
a.C., Catania venne conquistata dal tiranno siracusano Dionigi il
Grande: egli ne vendette in parte come schiavi gli abitanti, e
introdusse nella cittadinanza gruppi di suoi mercenari campani. Dopo
questi avvenimenti, nel IV secolo e nei primi decenni del III,
Catania restò inserita nell'orbita della potenza siracusana.
Indicativo in tal senso è anche il fatto che tra le statuette della
stipe di piazza S. Francesco per il V e il IV secolo il tipo più
diffuso sia quello di Kore con la fiaccola, introdotto con ogni
verosimiglianza da Gerone, sacerdote appunto di Demetra e Kore, al
momento della prima conquista siracusana di Catania.
[Pagina precedente]