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A Canicattì un convegno sul ruolo dell’arbitro

di Rodolfo Puglisi 

“L’importante ruolo dell’arbitro nel calcio moderno e nella società di oggi”, questo il titolo del convegno svoltosi il 4 febbraio scorso nella prestigiosa sede di Palazzo Stella, nel cuore di Canicattì, importante centro cittadino della Provincia di Agrigento. Relatore principale il Presidente nazionale dell’AIA, Marcello Nicchi, che ha risposto prontamente all’invito degli enti organizzatori, Comune di Canicattì, Provincia Regionale di Agrigento e Comitato Regionale Arbitri della Sicilia, oltreché del consigliere comunale Calogero Drago, associato AIA. Dopo i saluti dell’assessore provinciale Settimio Cantone e del consigliere provinciale Ivan Paci, ha aperto la serata il Vice Sindaco di Canicattì, Gaetano Rizzo, che ha rimarcato come la città siciliana cerca sempre di essere vicina all’AIA ed alla FIGC, perché l’istituzione Comune è convinto della validità sociale del giuoco del calcio e della funzione rilevante che svolge l’arbitro. Subito dopo è toccato al presidente del Consiglio comunale, Luigi La Licata, che nel ribadire anch’egli come sia ormai divenuta una tradizione per la città canicattinese ricevere spesso gli arbitri, grazie al lavoro svolto dal consigliere Drago, ha parlato del campo di calcio come metafora importante della società, nel cui interno l’arbitro rappresenta la legalità. “Lo sport – ha dichiarato – è un momento importante di educazione e di formazione perché toglie i ragazzini dalle varie devianze. E gli arbitri sono lì per svolgere un servizio e per dare un esempio”. Quindi è stata la volta dell’assessore comunale allo Sport, Diego Ficarra, ex calciatore di Serie A, che ha riconosciuto come quella arbitrale sia una figura importante specie nel Settore Giovanile, dove funge principalmente, oltre che da giudice, da educatore. Immediatamente dopo ha preso la parola il Presidente regionale degli arbitri, Rosario D’Anna, che ha precisato come “nell’AIA entrano dei ragazzini che compiono un percorso formativo che li porterà a divenire dei protagonisti nella vita di tutti i giorni. Anche perché nell’attività arbitrale si hanno stimoli diversi rispetto a tutte le altre discipline sportive, calcio giocato compreso”. Quindi è stata la volta del Presidente Nicchi, che ha esordito dichiarandosi felice di incontrare a Canicattì tanta gente che stima e che lavora da tanti anni per il bene degli arbitri italiani. “L’AIA – ha detto - è un’associazione fortunata, composta da Presidenti di Sezione che fanno tantissimo per lo sport e che sono il volano dell’Associazione, perché devono insegnare ai ragazzi ad arrivare lassù (perché tutti ci possono arrivare), ma devono soprattutto far crescere e maturare i ragazzi. Portare via dalle strade tanti ragazzi è un’opera sociale meritoria. Noi oggi abbiamo oltre 35mila iscritti, in gran parte giovani e giovanissimi. Il nostro compito è farne prima degli uomini e poi, se ci riesce, dei bravi arbitri. Anche perché i ragazzi non vanno illusi, ma protetti e guidati. Ad un ragazzino di 15 anni noi chiediamo di scegliere tra le regole ed il nullafacente, dopo insegniamo ad arbitrare”. Nicchi ha quindi ribadito come sia ormai diventato irrinunciabile aprirsi al mondo esterno, fare conoscere le realtà sezionali, dove si lavora con passione. “Le Sezioni non saranno più dei circoli chiusi, - ha affermato - perché nel DNA dell’Associazione dev’esserci il rispetto di tutto e di tutti”. Quindi il Presidente ha parlato della nostra Associazione, che è una componente del gioco del Calcio e che è in grado di amministrarsi da sola. “L’anno prossimo compiremo 100 anni, - ha continuato – e nessuna organizzazione di volontariato all’interno del mondo calcistico può vantare tanti anni. La nostra è un’Associazione di servizio, perché avere in un centro cittadino, in una provincia, 150 educatori che insegnano le regole e le fanno rispettare, che indicano che in quella città ci si può divertire in maniera sana, è una gran cosa. Da noi si entra a 15 anni e si esce quando le gambe non ce la fanno più.” Quindi nella parte finale del suo discorso Nicchi ha affrontato il tema dell’etica all’interno dell’AIA. “Nella nostra Associazione – ha affermato - esiste solo la lealtà e la pulizia interna e morale. Le regole comportamentali da osservare sono uguali per tutti, giovani ed adulti, arbitri di Serie A o alle prime armi. Ma la cosa più bella è che l’Associazione si è riappropriata dei propri valori e che, gli arbitri, ovunque vengono rispettati. Quando il giochino finisce, quando ho aperto le mani, non le ho trovate vuote, ma piene di amici”. Il Presidente Nicchi ha concluso il suo discorso con il motto “Onestà e trasparenza ci legano a tutto”. Durante i lavori è stato proiettato un toccante film corto sulla figura del giudice Rosario Livatino, il Giudice ragazzino, cittadino proprio di Canicattì, ucciso il 21 settembre 1990 mentre si recava, senza scorta, a prendere servizio al Tribunale di Agrigento. Il ricordo fulgido della figura di Livatino e dell’esempio che ha mostrato è stato a testimonianza del fatto che la legalità ed il rispetto delle regole vanno perseguiti in tutti i campi, nella Società come nello Sport. Al convegno erano presenti tutti i dodici presidenti delle Sezioni siciliane, oltre che tutti i componenti CRA ed il componente il Settore Tecnico, Salvatore Marano.

 

 

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