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Il Progetto Talent & Mentor in Sicilia

di Rodolfo Puglisi 

 

Continua in Sicilia con ottimi risultati il Progetto “Talent & Mentor”, organizzato e voluto dall’UEFA, immediatamente sposato dall’AIA e dal suo Presidente, Marcello Nicchi, che ne ha passato le competenze al Settore Tecnico. Il progetto prevede un’esperienza di formazione sul campo che investe giovani arbitri ritenuti particolarmente promettenti dal Presidente del CRA.                                                    L’AIA ha affidato questo specifico compito ai Mentor, individuati tra chi ha particolare competenza ed esperienza nei ruoli. Il CRA, di concerto con il Settore Tecnico, ha affidato i ragazzi, i cosiddetti Talent, al Mentor, che li segue durante l’intera stagione sportiva. Il Mentor deve visionare ciascun Talent almeno cinque volte durante la stagione, anche in presenza di eventuale Osservatore od Organo Tecnico. Egli valuta così come il ragazzo si pone rispetto ai consigli datigli e se fa progressi curando quegli aspetti particolari oggetto di suggerimenti. Il Mentor, inoltre, anche dalla disanima delle relazioni degli osservatori che riceve, conosce ancora di più i pregi ed i difetti dei ragazzi.                                             La Sicilia, come altre sette regioni, ha ben due Mentor anziché uno, Ugo Pirrone e Giovanbattista Vetri. Sono due persone di indubbia esperienza: Pirrone, della Sezione di Catania, è stato Presidente di Sezione e componente sia del CRA che della CAI, mentre Vetri ha fatto il Presidente della sua Sezione, Enna, per ben 14 anni. Li abbiamo ascoltati e ci hanno raccontato le loro impressioni.                                                                    “E’ un’esperienza interessante, – esordisce Pirrone – che permette al Mentor, grazie alla sequenza di visionature, di far crescere il ragazzo. Si ha così una vera incisività nella crescita degli arbitri. La funzione che esercito la paragonerei al Presidente di Sezione; ecco, sono il secondo presidente del Talent, perché segui i suoi progressi nella crescita, ti accorgi se i suggerimenti proposti sono stati recepiti e se sta tentando di metterli in atto.” Quali sono le differenze che hai riscontrato tra questa funzione ed il ruolo di osservatore tout court? “Con gli arbitri – inizia Pirrone – si instaura una sorta di colloquio lungo e vasto, che dura in pratica l’intera stagione sportiva.                                                             Un altro aspetto positivo di questo progetto che ho apprezzato è quello del compito di “traduttore”, diciamo così, tra l’osservatore e l’arbitro: spesso, infatti, il colloquio viene svilito dai ruoli, perché l’arbitro è diffidente e l’osservatore ermetico. Questi atteggiamenti rendono il colloquio riduttivo. Qui interviene il Mentor in un secondo momento, a freddo, che spiega al ragazzo i rilievi e gli accorgimenti proposti dall’osservatore aiutandolo ad aprirsi maggiormente nei futuri colloqui”. “Innanzitutto voglio dire – subentra Vetri – che ricoprire questo incarico rappresenta per me un ritorno al passato, che mi sta entusiasmando, per il fatto che percepisci la crescita dei ragazzi partita dopo partita, e non solo dal punto di vista tecnico arbitrale, ma anche sotto l’aspetto umano.                                                                        La fase di crescita è lenta, ovviamente, ma costante. Faccio mie le considerazioni di Pirrone ed aggiungo che aldilà del rapporto tra Mentor e Talent, si è costituito un rapporto come di fratello maggiore col minore.” Lo svolgimento del tuo ruolo presuppone un interscambio di informazioni costante col CRA; che rapporto hai intessuto con lui? Pirrone: “Ho avuto grande supporto da parte del CRA, Rosario D’Anna, che vuole conoscere ed essere informato costantemente di come i ragazzi crescano; ed è importante anche per loro, giovani arbitri, che i Mentor abbiano un dialogo frequente col CRA, come accade”. Vetri: “Col CRA D’Anna ho contatti frequenti all’insegna della massima trasparenza e fiducia e lo ringrazio per avermi segnalato per questo ruolo”. Abbiamo passato la metà della stagione sportiva e, quindi, i primi mesi di attuazione del progetto. Ci vuoi dire le tue impressioni al riguardo? Pirrone: “Non c’è dubbio che sto svolgendo un ruolo molto gratificante. Ciò essenzialmente per due aspetti: il dialogo continuo col CRA D’Anna, di cui apprezzo da molti anni le qualità tecniche ed associative, e la comprensione dell’importanza del ruolo che svolgo per la crescita dei ragazzi.                                                                Malgrado abbia ricoperto tanti incarichi tecnici ed associativi, questo esperimento che l’AIA ha sposato è per me molto stimolante e formativo”. Vetri: “La mia speranza è che l’AIA continui a credere in questo progetto, la cui continuità è importante per i ragazzi, che in caso contrario resterebbero ‘a piedi’, per usare un modo di dire frequente. Questo, indipendentemente dalla riconferma nell’incarico degli attuali Mentor, perché i veri destinatari del progetto, ovviamente, sono i Talent, patrimonio dell’AIA, che bisogna far crescere e coltivare”.                                                                 Ovvia soddisfazione per l’ottimo andamento del progetto in regione l’ha espressa il CRA D’Anna, che ha sottolineato più volte come l’AIA investa sui ragazzi partecipanti a questo programma dell’UEFA, invitandoli altresì a frequentare abitualmente la Sezione per crescere nella vita e nell’arbitraggio.                                                            Otto in totale sono i Talent, quelli seguiti da Pirrone sono Marco Azzaro di Ragusa, Fabio Pirrotta di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Di Gregorio di Catania e Carlo Restuccia di Messina, mentre i quattro affidati a Vetri sono Ismaele Morabito di Acireale, Giuseppe Portella di Agrigento, Ignazio Pennino di Palermo e Mauro Calandra di Trapani.

 

 

 

 

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