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Il triplice fischio della vita ... il colloquio di fine gara

di Salvatore Rasà

Pietro Emanuele Giallanza. Nome e Cognome che per noi tutti si traduce in una sola parola il “Presidente”.                             Un Presidente con la P maiuscola che è riuscito a trasmettere a tutti noi i veri valori della nostra Associazione.  Un Presidente che ci ha fatto innamorare sempre più di quella divisa che indossiamo ogni volta che scendiamo in campo e che difendiamo con immenso piacere. Un Presidente che per noi tutti era un punto di riferimento per piccoli e grandi. La sua esperienza, la sua professionalità, per suo volere, era al servizio di tutti per la nostra crescita non solo nel mondo arbitrale ma anche nella vita quotidiana.                            Lei Presidente voleva una Sezione unita, piena di ragazzi, voleva riportare i giovani arbitri dentro la Sezione per farli vivere  quella splendida vita sezionale. E mi permetta di dire che per il tempo che lei ha avuto a disposizione ci è riuscito benissimo, ma ci sarebbe stato ancora tanto su cui lavorare. Adesso ci ha lasciati soli, ma sono sicuro che tutti insieme riusciremo a raggiungere gli obiettivi che lei aveva prefissato portando a termine il lavoro che ha lei lasciato incompleto.       Inoltre, 15 giorni fa nell’incontro con il Presidente Nicchi Lei ha presentato la nostra argenteria. Quell’argento che lei voleva far diventare oro. Beh, certo ci ha lasciti un compito non facile; forse per metterci alla prova?? Va bene… Allora in suo memoria tutti insieme lavoreremo duro per realizzare questo sogno… infondo diciamolo Presidente. Ce lo meritiriamo.           Cari colleghi, Caro amico Fabio adesso dobbiamo rimboccarci le maniche; bisogna tornare in Sezione, ritornare in campo con quella determinazione che ci contraddistingue. Il Presidente da lassù ci guarda e ci protegge come ha sempre fatto dentro e fuori dal terreno di gioco.                                                   A questo punto non ci resta che dirLe solo due parole: “Grazie Presidente”.                                                            Adesso la saluto Presidente. Ma mi permetta di salutarla in maniera diversa ed un po insolita per me.

Ciao Pietro.

 

Supplemento on-line della rivista
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)

 

 

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