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Damato di Barletta in visita a Catania: una riunione internazionale!!

 di Salvo Contrafatto

Nell’ambito dell’iniziativa fortemente voluta dal Presidente dell’AIA Marcello Nicchi, Mercoledì 6 Febbraio la nostra sezione ha avuto il piacere di ospitare, come relatore di una riunione durata quasi due ore, il collega Antonio Damato della sezione di Barletta, arbitro internazionale a disposizione della CAN A.

All’apertura della riunione, il Presidente Cirino Longo ha prima introdotto il Commissario Straordinario del CRA Sicilia, Giuseppe Raciti, che ha sottolineato come tutti gli associati possano percorrere la strada per arrivare in Serie A: strada non facile né agile ma con molta professionalità per chiunque è possibile arrivare in alto. Subito dopo, una breve presentazione di Antonio Damato attraverso la sintesi di alcuni traguardi della sua carriera arbitrale: esordio in Serie A nel 2006 proprio a Catania, nomina ad arbitro internazionale nel 2010 e le oltre 100 direzioni nella massima Serie calcistica nazionale. La parola è passata presto al collega che ha trattato diversi argomenti calamitando l’attenzione dei presenti che gremivano la sala riunioni “Pietro Giallanza”.

Antonio Damato ha iniziato proprio ricordando il suo legame con la città di Catania, dove torna sempre con grande piacere per il clima, la gente e l’ambiente, e nella quale ha esordito in Serie A il 10 Dicembre 2006 nella gara Catania- Udinese; ha sottolineato come, anche dopo gli anni trascorsi e le numerose gare arbitrate, ogni debutto ha un posto fisso nei ricordi di ognuno, in particolare se si tratta della categoria più importante. Ha lodato, quindi, l’iniziativa di inviare in visita arbitri e Organi Tecnici Nazionali nelle sezioni per le riunioni tecniche, momenti importanti di crescita per i giovani ragazzi, coloro che costituiscono la sezione.

La grande passione per il calcio lo ha portato ad avvicinarsi all’arbitraggio all’età di 16 anni, iniziando dagli esordienti; attraverso rinunce, sacrifici e molta fortuna, nonostante molti motivi per mollare tra cui infortuni e stagioni leggermente deludenti, è riuscito ad arrivare in alto: “gli avvenimenti negativi insegnano a non mollare, si deve sempre focalizzare l’obiettivo e inseguire le proprie possibilità”. Antonio ha candidamente confessato che, pur sognando i grandi stadi e le grandi platee, non si sarebbe mai aspettato di arrivare in Serie A.

Ha poi sottolineato come l’attività arbitrale non sia per tutti, ci vogliono delle caratteristiche che sono insite in ognuno di noi: personalità, autorevolezza, capacità di farsi accettare, attitudine, talento, predisposizione sono la base per iniziare ma l’esperienza è un fattore fondamentale; bisogna riconoscere le proprie forze per il proprio cammino e individuare anche il proprio limite. Affrontare determinate squadre, determinati stadi, il fatto di decidere in pochi attimi, confrontarsi anche con il pubblico che critica il nostro operato, sono elementi che portano ad una crescita non solo tecnica ma anche personale che rende un giovane maturo prima dei propri coetanei: gli arbitri hanno un approccio differente verso la vita. Ha elargito alcuni utili consigli per preparare la gara: “l’arbitro deve conoscere le squadre che si affrontano, capire la partita che ha tra le mani e riconoscere i calciatori che possono metterlo in difficoltà, aspetti che si possono toccare con mano già al momento del riconoscimento”. Occorre essere credibili e per farlo si deve essere sempre nei pressi dell’azione: non si può fischiare un fallo, né tantomeno un rigore, da 50 metri; l’arbitro deve inoltre possedere una tenuta mentale forte, saper convivere con l’errore ed essere concentrato e lucido fino alla fine poiché i maggiori cambiamenti di risultato si hanno nei minuti finali, in particolare tra il 90’ e il 95’.

Si è rivolto anche ai dirigenti sostenendo che il loro compito è di scovare qualcuno che abbia le qualità per arrivare in Serie A; mentre il fine dell’osservatore deve essere quello di trasmettere consigli importanti: dal colloquio di fine gara bisogna estrapolare i giusti aspetti da mettere in pratica nella partita successiva per poter migliorare passo dopo passo. La crescita passa anche dalla frequenza dei poli di allenamento che, oltre ad essere un punto di riferimento atletico, sono momento di confronto e di aggregazione fondamentale in quanto danno la possibilità di riunire nello stesso luogo la base ed il top, l’arbitro del settore giovanile e colui che dirige gare dei campionati nazionali.

Antonio si è prestato, infine, alle numerose domande che i presenti hanno voluto porre, passando dalle proteste di fine gara agli arbitri addizionali (i quali fungono da deterrente in molte situazioni), dal ruolo degli osservatori in Serie A al rapporto degli arbitri con gli organi di stampa. Ha concluso l’intervento proponendo alla platea una serie di filmati tratti da partite da lui dirette soffermandosi su alcune circostanze particolari che riguardavano falli di gioco, provvedimenti disciplinari, risse tra giocatori e collaborazione con gli arbitri addizionali, episodi già analizzati a Coverciano dalla Commissione presieduta da Stefano Braschi; sono state mostrate sia le decisioni esatte che alcune piccole imperfezioni rilevate dagli OT.

In conclusione il Presidente Cirino Longo, consegnando un piccolo ricordo al Commissario Straordinario e ad Antonio Damato, ha posto fine alla partecipata riunione che ha permesso a tutti i presenti di sentire il “profumo” di Serie A ed ha lasciato molti spunti di riflessione oltre, ovviamente, a numerose foto ricordo.

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