La "lezione" di Angelo Pizzi
di Salvatore Consoli
Angelo Pizzi della Sezione di
Viareggio, Responsabile del Modulo Bio Medico, nonché O.A. della CAN
A, venerdì 23 scorso è stato ospite della Sezione di Catania “Diego
Garofalo”, inaugurando così la nuova stagione sportiva degli arbitri
etnei.
Hanno fatto gli onori di casa in una gremita sala “Giallanza”, il
Presidente Cirino Longo e il Vice Marco Felici, alla presenza del
Presidente regionale Rosario D’Anna.
Dopo i convenevoli di rito, D’Anna, nel salutare l’ospite e gli
arbitri catanesi, ha sottolineato come, purtroppo, già dall’inizio
del campionato, si è dovuto registrare il primo atto di violenza nei
confronti di un arbitro in seconda categoria. Fatto molto grave se
si considera che ancora siamo alle prime giornate di campionato.
Il Dott. Pizzi, recentemente insignito dal CONI della stella
d’argento al merito sportivo, oltre ad essere dirigente dell’AIA, è
uno stimato medico chirurgo che attualmente ricopre l’incarico di
Direttore dell’U.O. di Medicina dello Sport di Viareggio.
La sua esperienza in questo campo è tangibile e lo si capisce dalla
familiarità con cui tratta determinati argomenti. Certo i suoi
tredici anni vissuti accanto agli arbitri di A e B gli hanno
permesso di seguire da vicino la “squadra” arbitrale di cui si
definisce il “Medico Sociale” .
Una interessante e seguitissima chiacchierata, che attraverso la
visione di numerose diapositive ci ha permesso di conoscere la
figura dell’arbitro, atleticamente parlando s’intende, dal 1800
quando si arbitrava in zuava, giacca e cravatta, ad oggi.
“Agli albori del calcio - ci dice Pizzi - l’arbitro stava al di
fuori del campo, oggi corre quasi quanto un centrocampista, circa 12
km l’ora, con una frequenza di 88/90 % della massima teorica”.
Tutto ciò è sintomatico sul fatto che oggi l’arbitro è un vero
atleta, alla stregua dei calciatori. Basta pensare ai numerosi
accertamenti medici a cui viene sottoposto annualmente. Mentre prima
gli si richiedeva soltanto il classico certificato di sana e robusta
costituzione.
Altre argomentazioni interessanti si sono rivelate la Patologia
Traumatica e l’Alimentazione, che Angelo Pizzi, ha ampiamente
trattato, dando anche risposte alle domande poste dai giovani
associati catanesi.
“Fondamentale risulta essere un riscaldamento dell’arbitro
personalizzato – sostiene il dirigente toscano – per scongiurare
traumi e lesioni. La patologia traumatica nell’arbitro di calcio è
così suddivisa: ossea, articolare, tendinea, e muscolare. Uno dei
malesseri più comuni per gli arbitri, è la tendinopatia, durante la
quale si sconsiglia assolutamente l’utilizzo delle infiltrazioni,
che se da un lato danno immediato sollievo e permettono la
performance atletica senza problemi, dall’altro aprono la strada
alla rottura vera e propria del tendine di Achille. A seguire le
lesioni muscolari, dove si consiglia, oltre al fisiologico periodo
di riposo, ghiaccio (non diretto) elevazione e compressione. La
prevenzione, negli allenamenti diventa fondamentale. Bisogna
salvaguardare i distretti a maggior rischio. Anche una corretta
alimentazione sia nel pre-gara, sia negli allenamenti, aiuta gli
arbitri nelle loro prestazioni. Volendo fare un esempio si può
schematizzare così:
Pre gara, circa tre ore prima: 100 gr. di pasta con pomodoro e
parmigiano, una fetta di crostata con marmellata o frutta. Questo è
certamente lo schema alimentare più facilmente digeribile e di
pronto uso per la prestazione. Nei periodi e climi caldi,
altrettanto importante risulta la idratazione per combattere la
perdita idro-elettrolitica e la acidosi da fatica.
La porzione alimentare dopo la gara deve ovviamente, in questo caso,
correggere tutti quei disturbi e squilibri metabolici indotti dallo
sforzo, oltreché facilitare i processi di disintossicazione e
allontanamento dei metaboliti e delle scorie tossiche. Al termine
della gara è utile quindi bere acqua bicarbonato gassata e /o del
latte per combattere la acidosi da sforzo.
Il pasto deve essere costituito ad esempio da una minestra o passato
di verdura , un piatto di patate lesse ben salate, una porzione di
formaggio, 2 fette di pane e della frutta (o un gelato nella giusta
stagione).
A fine riunione, il Presidente Longo nel salutare Angelo Pizzi, ha
voluto ringraziarlo per quei suggerimenti, di cui i suoi ragazzi
faranno certamente tesoro, con un piccolo cadeau e le immancabili
paste di mandorla siciliane.
D’Anna non ha voluto essere da meno e ha attaccato alla giacca del
dottore un piccolo fischietto d’oro in segno di riconoscenza per la
sua cortese disponibilità.
Dal canto suo, Pizzi, nel ringraziare gli arbitri catanesi, in
particolare Giovanni Gorgone amico e collega con cui ha condiviso
anni e anni di raduni in seno alla Commissione Medica, ha augurato a
tutti un caloroso “In bocca al Lupo”.
Nella foto, da sn. D’Anna, Pizzi e Longo